lunedì 8 agosto 2011

IL VECCHIO E IL NUOVO A NOVARA

Pubblico una lettera aperta ai giornali, scritta da ing. Fabio Tomei


Egregio Direttore, leggendo sui giornali le ultime notizie sulle ricerche petrolifere nel Novarese e
dintorni, mi sorge questa domanda: ma è mai possibile che la storia non insegni niente? è mai possibile che torni a galla dopo sessant'anni il sogno morto e sepolto del petrolio in Val  Padana ? è accettabile che ci si balocchi col progetto assurdo di ricavare lo “ shale gas “ o metano da scisti dal nostro sottosuolo, esponendolo ad attacchi sconsiderati e pericolosi ? Come se non bastasse la tragedia del 1994, quando a Trecate esplose un pozzo e inondò di petrolio una vasta area alle porte di Novara. A questo punto il discorso si allarga, anche in relazione alla lunga e difficile crisi economi-
ca e finanziaria, che ormai da quattro anni attanaglia il Novarese, l' Italia intera e non risparmia il resto del mondo. Pensiamo davvero di uscire dalla crisi, puntando su settori moribondi, come l'industria petrolifera o le grandi opere inutili ? Tra qualche decennio, di petrolio non ce ne sarà più, o quel poco che rimarrà costerà talmente caro, da renderlo inutilizzabile. Le grandi e costosissime opere inutili, con il codazzo della cementificazione, della devastazione del territorio, delle cave prontamente trasformate in discariche per rifiuti tossico nocivi, promettono soltanto di rendere il nostro territorio un deserto malsano e invivibile. Così la terza pista di Malpensa, la bretella stradale Novara-Malpensa, il teleriscaldamento di Novara, il parcheggio sotterraneo di L.go Bellini, le cave e le discariche intorno a Novara, i progetti di inceneritori di rifiuti, i progetti di immensi centri commerciali divoratori del verde agricolo,ecc. ecc. appartengono concettualmente al passato, ma , come zombi, non vogliono  morire e tornano periodicamente ad ossessionarci. Bisogna fare punto e a capo. E' assolutamente necessario puntare su settori nuovi, che portino occupazione qualificata per i nostri giovani : l'informatica per la riorganizzazione dei nostri servizi pubblici e per la ricerca industriale; una nuova politica energetica, fatta di risparmio, di efficienza  e di uso delle fonti rinnovabili; il riciclo totale dei rifiuti con il riutilizzo  delle materie prime seconde; la ricerca di nuovi materiali ecocompatibili e di processi industriali per la riduzione dell'impiego delle materie prime e dell' energia. E' anche necessario rivitalizzare settori tradizionali, come il turismo, arricchendolo di iniziative di qualità( la cultura rende !) e tutelando il territorio e le ricchezze naturali; come l' agricoltura, con la valorizzazione delle colture tradizionali e biologiche.  
Solo archiviando il vecchio e iniziando a costruire coraggiosamente il nuovo, possiamo sperare di uscire dal tunnel della crisi e di tornare a sperare nel futuro.

Cordiali saluti.
p. Coordinamento Ambientalista Rifiuti del Piemonte ( C.A.R.P.)
Sezione di Novara e provincia- Onlus
ing. Fabio Tomei

lunedì 4 luglio 2011

LA VERITÀ SULLA MANIFESTAZIONE IN VAL DI SUSA

Ieri, Domenica 3 Luglio, non ero presente alla manifestazione a Chiomonte in Val di Susa, ma ne condivido le motivazioni, dai Cittadini 5 Stelle di Novara che erano presenti, ho raccolto le seguenti informazioni: si è svolta una grandiosa manifestazione di solidarietà verso i cittadini Vasusini colpevoli forse solo di esser nati in un luogo, scelto a caso dal potere, nel quale pianificare l’ennesima truffa ai danni del Popolo Italiano.

Erano presenti non meno di 50.000 persone, provenienti dai Comuni della Valle e da ogni parte d' Italia, compreso dall’Aquila, liberi cittadini arrivati con almeno 5 treni, ad esempio quello che ha portato i ragazzi di Novara conteneva tra posti in piedi e seduti, circa 2.000 persone, senza poi contare le decine di pulmann e le centinaia di auto posteggiate alle bene meglio intorno Chiomonte.

Questo fiume di persone ha sfilato gioiosamente e pacificamente dalle 9.00 alle 13.00, intorno a Chiomonte su un percorso anulare di circa 10 km, dove oltre a manifestare il proprio dissenso per un opera impattante, inutile e costosissima, si è parlato di proposte alternative serie come trasferire parte dei fondi alla riedificazione della città dell’Aquila oppure ribadire, come ha fatto Beppe Grillo, senza mai incitare alla violenza, ciò che è necessario fare per fermare questi progetti folli: creare nuovi strumenti istituzionali, ad esempio "i referendum propositivi", inoltre per battere i “black bloc” che siedono in parlamento, bisogna usare l'arma del voto e se non è sufficiente, ci si dovrà rivolgere all' Europa e se necessario anche all'ONU in merito all'utilizzo indiscriminato, nei giorni scorsi, di lacrimogeni vietati nella Comunità Europea.

Quello che è successo dopo, appartiene ad un rito ormai consolidato, poche decine di persone, facilmente identificabili dalle forze dell’ordine, ma forse appositamente ignorate, si sono spinte fino alla centrale elettrica e alla Maddalena. Di questi individui tutti vestiti di nero, alcuni riconducibili ai centri sociali anarchici, ci si deve chidere come hanno fatto ad arrivare fin lì?  visto che c'era l'autostrada bloccata e la ferrovia presidiata.

Quando la notizia dei disordini alla Maddalena è trapelata nel corteo, una persona si è messa urlare “Andiamo ad aiutarli!, Andiamo ad aiutarli!” ma Beppe Grillo l'ha subito interrotta rivolgendosi alla folla e dicendo: “Non roviniamo tutto, è' stata una bella manifestazione, siamo qui in 50.000, calmiamoci, è andata bene così, cosa vogliamo che ci scappi il morto?!”. Allora un tipo da dietro ha iniziato a inveire contro di lui dicendo: “tu li mandi tutti a fan culo e poi non hai il coraggio di venire giù” la risposta di Beppe Grillo è stata perentoria “Io vengo anche, posso provare a parlare con  loro, ma non trasformiamo una festa in una disgrazia, per favore, ci sono altri strumenti democratici con cui si può fare opposizione”. Dopo di che ha preso la parola uno del posto e ha detto: “se andate la, lo spazio è molto ristretto, se la polizia carica e voi dovete scappare, per chi cade è finita, gli altri lo travolgono, chi vuole rischiare può scegliere, ma non donne, bambini e famiglie con carrozzine, solo uomini che sanno cosa rischiano” chi di noi era li non ha visto nessuno di quei manifestanti pacifici scendere.

La strategia dei pochi ma potenti fautori del SI al TAV è molto chiara: parlare SOLO DEI DISORDINI PER NON PARLARE  dell' unica questione che interessa alla nazione, cioè del fatto che IL TAV NON SERVE, È COSTOSISSIMO e DISTRUGGERA’ LA VAL DI SUSA.

giovedì 7 aprile 2011

Fotovoltaico pareggio in 25 anni

In questi giorni si decide il futuro del fotovoltaico in Italia, per settimana prossima, il governo ha promesso la pubblicazione delle linee guida relative al quarto conto energia.
Nonostante la mazzata ricevuta con il blocco del terzo conto energia 2011-2013 e sperando in un ravvedimento a breve, la concorrenza, l’aumento di capacità produttiva delle case costruttrici di moduli fotovoltaici e in generale la diffusione di questa tecnologia, hanno determinato un progressivo abbassamento dei prezzi di realizzazione impianti “chiavi in mano”. Attualmente posso dirvi che è possibile, utilizzando materiali buoni ma economici e garantendo un onesto guadagno a chi realizza il lavoro, avere un prezzo che va in pareggio con la sola produzione di energia elettrica nei 25 anni di durata garantita dell’impianto, considerando oltre l’attuale impennata delle bollette, un futuro dove il costo dell’energia aumenti del 1% all’anno (il primo di aprile è aumentata del 4%) per 25 anni pari a una media di Euro 0,09 e una produzione media sempre in 25 anni di 1100 kWp.
La variabile fondamentale è il costo del modulo che è legata alla quantità, prezzi bassi si ottengono solo con multipli di circa 520 pezzi  quindi se si vogliono realizzare impianti domestici occorre utilizzare i gruppi d’acquisto.
In conclusione siamo arrivati al punto per cui il costo secco di un impianto si ripaga con lo scambio della sola energia, ma senza incentivi non si possono coprire i costi di finanziamento e si deve attendere un quarto di secolo per il ritorno dell’investimento, ovviamente, però rimane l’autosufficienza teorica che non ha prezzo.

martedì 5 aprile 2011

Pubblicate le descrizioni dei candidati consiglieri per la lista MoVimento 5 Stelle sul sito www.novara5stellei.it

Oggi Mercoledì 5 Aprile 2011, sono state pubblicare le descizioni dei candidati, ecco la mia:
32 anni – diplomato geometra,  nato in Valsesia,  da 4 anni vivo a Bellinzago e da due sono  consulente tecnico commerciale per un azienda in città. Mi occupo di fotovoltaico e risparmio energetico, attività di cui ho esperienza diretta fin dal 2003. Non ho mai fatto politica fino al primo V-Day del 8 Settembre 2007, quando ho preso coscienza che per cambiare il sistema l’unica via era partire dal basso. Da allora ho condiviso il percorso  dai “meetup” on-line,  alla nascita del MoVimento, passando per il successo 4% alle regionali del 2010 e fino ad’arrivare alla stesura del programma amministrativo per una città di Novara a 5 Stelle di tutti i cittadini.  Oggi lavoro in una città che non riconosco più, col passare degli anni ho visto posarsi su di essa, una patina opaca che ha coperto uomini e cose. Istituzioni non aggiornate perché troppo legate a vecchi schemi socio-economici  dove a farla da padroni sono centri di potere che illudono la cittadinanza, restando immobili e di concreto non fanno nulla se non produrre debiti da lasciare alle generazioni future.  Candidandomi voglio applicare le attuali possibilità tecnico-scientifiche ai bisogni primari e quotidiani delle persone, come già avviene in molte città nel mondo e con questo spirito creare nuova economia e con essa nuovi posti di lavoro fonte primaria del benessere di una comunità.

sabato 5 marzo 2011

"NAPOLITANO NON FIRMI DECRETO SUL FOTOVOLTAICO"

(ASCA) - Roma, 4 mar - APER, Assosolare, Asso Energie Future e Gifi, le associazioni di categoria che rappresentano la quasi totalita' del settore fotovoltaico, hanno lanciato in una conferenza stampa congiunta un appello al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano perche' non firmi il decreto legislativo sulle rinnovabili che ''getta il settore delle rinnovabili nell'incertezza, aprendo la strada a una crisi che non si fermera' alle aziende del fotovoltaico e dell'eolico''.

''Il decreto ammazza-rinnovabili - sostengono - ha fortissimi profili di incostituzionalita': in primo luogo quello legato all'eccesso di delega. In sostanza, il Parlamento ha delegato il Governo a recepire la direttiva europea a favore delle rinnovabili, ma il Governo non ha in nessun modo recepito i pareri espressi dalle Commissioni Parlamentari, cioe' dall'istituzione delegante. E' solo uno dei punti su cui il decreto legislativo licenziato dal Consiglio dei Ministri di ieri appare viziato da gravi difetti di costituzionalita'''.

Le Associazioni hanno inoltre confermato la volonta' di ''percorrere tutte le strade giuridiche e istituzionali per sensibilizzare sul tema i soggetti decisori'' e non escludono azioni legali direttamente presso le istituzioni europee.